domenica 2 marzo 2008

da Il libro dell'inquietudine di Pessoa

A volte, quando alzo la testa dai libri nei quali segno i conti altrui e l'assenza di una vita mia, avverto una sorta di nausea fisica che forse deriva dalla posizione curva, ma che trascende i numeri e la delusione. La vita mi disgusta come una medicina inutile. Ed è allora che io capisco, con una chiara visione, come sarebbe facile cacciare questo tedio se io semplicemente avessi forza di volerlo davvero cacciare.
Noi viviamo attraverso l'azione, cioè attraverso la volontà. Noi, coloro che non sanno volere (esseri geniali o pezzenti), siamo affratellati dall'impotenza.
(...)
Agire, ecco la vera intelligenza. Sarò quel che vorrò essere. Ma devo volere ciò che sarà. L'esito è nell'avere esito, e non nell'avere condizioni di esito. Dappertutto, in ogni vasta terra, esistono condizioni palazzesche. Ma dove sarà il palazzo se non viene costruito?

2 commenti:

betty boop ha detto...

Ne conosco un sacco di persone così, che si piangono addosso, soffrono di vittimismo....come se i loro problemi fossero generati da terzi. A volte si. A volte....
Mia Mamma mi ha sempre detto: "chi ha l'intelligenza di capire quando qualcosa non va, di captare il fulcro del problema, ha il DOVERE di cambiare le cose".....

Anonimo ha detto...

"In realtà sarebbe tutto semplice e pulito...bianco o nero...sto bene o sto male!!!Ci vuole coraggio per cambiare...ma ha ragione la mamma di Betty..Abbiamo il dovere di cambiare le cose!!!
Lo sai Oceanomare che sono una Biker pure io?Gli ultimi anni non troppo praticante...ma nel cuore..."