martedì 9 settembre 2008

morti bianche

Ciao!

Il problema delle morti sul lavoro è grande e importante. Tanto c'è da fare per ridurre il numero di vittime: sicuramente c'è da sensibilizzare maggiormente i datori di lavoro, sempre esageratamente alla ricerca di un profitto e sempre più "dimentichi" del rispetto umano... Ma a dire il vero, anche i lavoratori andrebbero istruiti, perchè le regole ci sono e i mezzi spesso anche, messi a disposizione dai capi: purtroppo però, per comodità o per pigrizia o per convinzione di onnipotenza, non vengono usati. Mi viene da pensare ai caschetti per gli operai nei cantieri...che non vengono indossati per fastidio, quasi come quei deficienti che vanno in giro in moto col casco slacciato... Anche se, a dire il vero, a volte il lavoratore è "perseguitato" dai ritmi martellanti che impone il mercato del lavoro, specialmente nel nord est, e finisce per tralasciare degli accorgimenti che gli farebbero perdere tempo: e qui il capo, col culo parato, mica gli rammenta di proteggersi...

Insomma, di considerazioni da fare ce ne sarebbero tante e il fenomeno andrebbe affrontato con criterio e serietà. Perciò mi innervosisce leggere i giornali degli ultimi mesi, dove parlare di morti bianche non è utile, ma fa figo, fa notizia e scalpore e quindi se ne parla a sproposito.
Voglio dire: ma cosa c'entra adesso l'agricoltore di 73 anni che si ribalta col trattore? O i due cognati che stavano restaurando il muro della loro casa?

Ora se uno si infilza con un cortellino facendo bricolage nel tempo libero è diventato una morte bianca? E allora che dovremmo dire di tutti gli infortuni, spesso e purtroppo anche mortali, che accadono alle casalinghe?

Infine concludo con una perla di un cretino... Alla mostra del cinema uno ha fatto un film sulla tragedia della Tyssengroup (non so se si scriva così, ma avete capito). Bell'idea, se però lui stesse zitto! Lo hanno intervistato e sapete che ha detto? "Quei poveri ragazzi sono morti e non è giusto, non dovevano fare gli operai, dovevano fare gli attori così non gli succedeva niente". Se io fossi un operaio lo andrei a cercare e gli direi semplicemente: MAVACAGAR! No scusate, ma ha detto una cosa troppo stupida! Quei ragazzi facevano un lavoro dignitoso e faticoso, altro che l'attore, e dovevano essere protetti e non cambiare lavoro!

Ma in Italia funziona così: ora l'argomento va di moda e per un po' occuperà le pagine dei giornali, però in modo errato. Finchè l'interesse lascerà posto all'esasperazione e tutto finirà nel dimenticatoio. Amen.

Bye,
Silvia

Nessun commento: