domenica 31 gennaio 2010

se non imparo l'arte e non la metto da parte...

Ciao!

Una delle caratteristiche ereditate dal mio caro babbo è quella di non saper fare i lavoretti in casa! Il problema più grave però è... che ci provo sempre e comunque! Così oggi ho messo mano ai mobili di casa mia perchè prossimamente mi arriverà un nuovo armadio: l'arrivo di tale elemento di arredo in un appartamento di 50 mq scarsi crea qualche stravolgimento di assetto...
Così ho spostato due librerie e di conseguenza ho dovuto riposizionare i quadri che stavano appesi sulle pareti. Come avrò fatto a suo tempo ad appenderli senza danni? Subito però mi sovviene che i danni c'erano eccome! Crateri di intonaco attorno ad un chiodino... solo che per fortuna è venuto di lì' a poco il pittore a far taccon e pitturarghe sora!

Ecco allora che piglio la cassettina degli attrezzi (come quelli veri, con la cassettina degli attrezzi!) e con fare sicuro per non spaventare il cane (...) comincio ad aprire la scala e approntare l'armamentario sullo sgabellino apposito.
Ora: per poco non mi ammazzo a cercare di prender le misure coi quadri in mano, poi due mani c'ho, o tengo il quadro o punto il chiodo, ma ovviamente ho anche dimenticato la matita, ma se scrivo con la matita poi resta il segno, vado a occhio...

Risultato: al posto del segno di matita c'è un cava a cielo aperto, la linea alta di affissione dei quadri è variabile solo che non si capisce quale sia la variabile di riferimento. Però in centro sono in centro! Anche se devo ancora capire in centro a cosa... :-)

Tanto fra qualche mese cambio ancora! E poi c'è sempre quel pittore che...

Bye,
Silvia

mercoledì 27 gennaio 2010

giornata della memoria




Ciao!

Il 27 gennaio è la giornata della memoria, per ricordare gli orrori del nazismo. Tutti capiamo la portata dei fatti, anche se la nostra conoscenza storica è sempre più scarsa col passare delle generazioni. A scuola si arriva a malapena alla prima guerra mondiale...si perchè volete mettere studiare gli assiri babilonesi e i fenici è molto più utile, no? Così abbiamo adolescenti che continuano a girare come deficienti con le svastiche sui vestiti, nella migliore delle ipotesi, se non addirittura tatuate!


Ma anche se tutto il ricordo si condensa nelle foto di uomini diventati numeri e quindi cenere, non è poco. Certi impatti visivi sono forti sulle persone, anche su chi sembra non vedere. Cosa ancora più utile sarebbe portare i nostri ragazzi a visitare un campo di concentramento come Auschwitz o Mauthausen. Chi ci è andato sa che non se ne esce uguali: anche se la guerra non la stiamo facendo noi, anche se ora sono vuoti. Eppure si cammina in quei luoghi e il clima è terribile! E solo guardando le foto ci sembra che quelle persone siano lì a seguirci in carne e ossa. Ma soprattutto ossa, purtroppo.


Perciò ben vengano questi simbolici tentativi di non ricadere in simili atrocità e cattiverie disumane. Però ricordiamoci che la bontà non nasce dalle azioni umanitarie internazionali: arriva fin là se cominciamo ad essere buoni col nostro vicino di casa, col nostro collega di lavoro, con l'amico sfigato, con la cassiera del supermercato come lo siamo col vigile quando gli lecchiamo il culo perchè non ci metta la multa (previo poi "assassinarlo" quando la multa ce l'ha messa e noi avevamo torto e lui faceva semplicemente il suo lovoro). Insomma, voglio dire: Gesù non ci insegnava la bontà parlando dell'Onu o dell'America (lo so che non esistevano, era un esempio...) ma esortandoci ad essere buoni col nostro fratello, con i nostri genitori. E ci raccontava parabole del figliol prodigo.

Bye,
Silvia
p.s. un saluto a quel signore di 90 e passa anni che viene allo sportello e ogni volta mi racconta la storia della seconda guerra mondiale dove hanno scritto il suo nome sulla campana! Caro! Che sia per quello che sta benissimo ma è sordo? :-) Ne rimangono ormai ben pochi di testimoni, ci resteranno solo le foto: non nascondiamo anche quelle!

martedì 26 gennaio 2010

chiaro bisogno di ferie?

Ciao!

Ieri sera ho scritto una cosa, in un gruppo di facebook, che mi è uscita così dai tasti da sola... niente di che probabilmente, ma mi è venuta così naturale che a me faceva ridere! Forse solo a me, ma tant'è che ho ridacchiato tra me e me (soddisfatta) mentre spegnevo il computer, lavavo i denti, facevo pipì e mi rifugiavo sotto le copertine calde...

...e lì ho cominciato a ridere! Ma ridere!!! Non riuscivo a fermarmi, il famoso boresso!!! Ma 'na roba granda! Avevo perfino gli addominali come quando esco dalle serie da 300!!! E' terribile ridere da soli e non riuscire a fermarsi, piacevolmente terribile!!! Lo auguro a tutti come terapia al posto del pianto liberatorio :-D

Ma resta il fatto che tutto ciò denota una stato di sclero non indifferente e, malgrado l'aumento che da questo mese accompagnerà la mia busta paga (figo!), io settimana prossima comincio ad andare in ferie e quindi...................................................................................................... TANAAAAAAAAAAAAAAA!!! Finalmente raggiungerò la mia casetta sul mare!!! Ma proprio SUL!!!

Bye,
Silvia

venerdì 22 gennaio 2010

allo sportello...

Ciao!

Io non so se sia così dappertutto o se sia così adesso.
Vorrei dire tante cose, ma mi limito a quelle più semplici eppure così umane!

L'operatore di sportello, per quanto possa stare antipatico, è sempre uno che sta facendo il proprio lavoro. Presumo che se avesse potuto scielgliere se ne sarebbe stato più volentieri a nanna o in barca a pescare. Ma tant'è che eccolo qui nel suo box ad affrontare le persone più disparate ed impreviste. Pertanto, è proprio così difficile dirgli un buongiorno/buonasera quando gli si arriva di fronte e un arrivederci quando lo si lascia là? Poi non vorrei esagerare e chiedere un grazie, per carità....

Questa strana specie di umanoide rinchiuso in quattro pareti di cartongesso, appollaiato su una sedia trespolo, armato di penna e timbro, ha talvolta delle esigenze molto comuni quali: soffiarsi il naso, andare a fare la pipì e (se proprio è fortunato) uscire 5 minuti a bere un caffè. Pertanto mi chiedo: quando prendo il fazzoletto e soffio, potreste fare a meno di piazzarvi sul bancone e fissarmi chiedendomi di prelevare? Potreste aspettare 5 secondi e mezzo che finisco o la vostra vita rischia di andare a puttane? Nel caso della pipì e del caffè, quando ritorno al mio posto potreste evitare di fare la solita lista di commenti inutili quali "oh, era ora che arrivassi, atu finìo de 'ndar in giro, vutu vegnir lavorar" e magari eravate arrivati da trenta secondi?

Il bravo impiegato fa di tutto per soddisfare le esigenze della clientela. Però non è Mandrake e nemmeno fìo de Gordon e manco che manco el gà magnà merda de mago! Pertanto se su 10 volte che mi faccio in quattro (tutto dovuto, ovviamente...) capita che una volta vi dico di no perchè effettivamente non posso, potreste fare a meno di darmi della disgraziata rinnegando tutti i precedenti e togliendomi addirittura il saluto?

Infine: la banca non è mia, le regole non le faccio io, non conto un cazzo, mi pagano per rispettare la normativa e se non lo faccio pago (ma pago sul serio, cash!) penalmente e "Euricamente". Pertanto se avete lamentele da fare o anche solo voglia di rompere i coglioni, c'è sempre un direttore che fa la bella vita nel suo ufficio...

Nel ringraziare anticipatamente per lo sfogo e scusandomi per le volgarità annesse e connesse pur necessarie, auguro a tutti un buon week end e porgo distinti saluti.

Bye,
Silvia

lunedì 18 gennaio 2010

alla ricerca dei ricordi mai perduti!


Ciao!


Gran "brutta" bestia i ricordi! Ed è sorprendente come ce li andiamo a cercare, come scaviamo nella memoria, ma anche materialmente tra le foto! E da un'immagine sbiadita, dove si affacciano file di volti apparentemente tutti uguali, ecco affiorare dapprima il luogo, poi il tempo, quindi ci si cerca con sano narcisismo e infine ecco uno a uno i nomi dei compagni di viaggio! Ed è come se quella foto fosse stata appena scattata: ci si vede e ci si sente uguali a come eravamo allora e si presume che anche gli altri lo siano!

Per noi c'è lo specchio a rimettere le cose a posto. E gli anni di vita vissuta e i segni che ci ha lasciato addosso. E per gli altri? C'è Facebook! Beh, non è mica sempre solo così negativo, dai! Insomma, ho ritrovato un po' di compagni delle elementari/medie/superiori e stanno prendendo forma foto allucinanti ma così belle!
E allora vado a curiosare i profili di questi bambini cresciuti nel frattempo e ne scopro di tutti i colori! E quando i profili raccontano poco cerco aiuto nelle foto. E alla disperata nelle parole lanciate qua e là. Come a voler ricostruire 20 o 30 anni di chi per un po' la vita con me l'ha condivisa.

E la cosa pazzesca è che, siano passati 20 o 30 anni, ogni persona me la ricordo e mi rendo conto che potrebbero passarne altri 100 di anni e sarà sempre così! Soprattutto per i compagni delle elementari! E quindi, insisterò sempre perchè abbiamo a cuore l'infanzia dei nostri bambini: è la loro base nella vita, è il loro album di foto più luminose per quanto gli anni possano sbiadirle, è la borraccia dei ricordi dove attingere un sorriso!

Dedico questo post a Suor Tiziana: sarà sempre nel mio cuore!

Bye,
Silvia

giovedì 14 gennaio 2010

avvoltoi

Ciao!

Non ho parole... martedì sera alle nostre ore 23 un terremoto del settimo grado e passa della scala Richtel ha praticamente raso al suolo Haiti, ammazzando una cifra spropositata di persone.
Stamattina, quindi a distanza di poco più di una giornata, trovo al bar dei volantini che invitano ad una cena in un locale della zona... euro 20 con parte del ricavato pro terremotati di Haiti.

Che tristezza infinita. Quando l'anno scorso c'è stato il terremoto all'Aquila ho elogiato la buona volontà di quei volontari che si sono recati sul luogo per dare una mano a scavare e sistemare. Io capisco che Haiti è un tantino più lontana, ma occorre spendere 20 euro di cena per donarne 5 agli haitiani? E forse 5 sono anche troppi: cioè, paga il cibo e le spese vive del ristorante (figurati se quelli ci restano fuori con qualcosa!), mettiamoci qualche cresta... Intanto il ristorante si è fatto pubblicità e i cuori di qualche ipocrita sono più leggeri!

L'Italietta, questo paese fatto di vomitevole buonismo, di idee sprecate in 1000 partiti inutili e soldi sparsi in 1000 turffe utili a chi intasca impunemente, di gente che vuole aiutare e viene derisa e di chi ti incula e viene perdonato. Di valori fasulli e false valorizzazioni. L'Italietta che va all'estero in cerca dell'ottone e lascia incustodito a casa l'oro.

Invece di spendere 20 euro per una cena, doniamoli alla Protezione Civile guidata dal grande Bertolaso e salviamo prima la nostra pelle, se no dove pensiamo di andare? E se possiamo rimbocchiamoci le maniche: se un uomo ha fame non dargli un pesce ma insegnagli a pescare... E se hanno bisogno di noi troppo lontano? Spendiamo 5 minuti del nostro tempo e dedichiamo loro una preghiera sincera: meglio una preghiera apparentemente inutile che una apparentemente utile faccia tosta!

Bye,
Silvia

domenica 10 gennaio 2010

tema: il Telepass

Ciao!

(ho scommesso con la mia tosa che sarei riuscita a scrivere un tema anche sul Telepass, quindi...) Svolgimento:

C'è un aggeggino grigio nelle nostre automobili che i più chiamano Telepass: questa infatti è la scritta che vi si può leggere sopra. Ma per me non è così semplice: è come se gli uomini preistorici si chiamassero tutti Neanderthal, piuttosto che Mario, Giuseppe o meglio (per rispetto all'idioma e alla dialettica del tempo) Ehi e Ohu, ma anche Aho e Grrr. Quindi il mio Telepass l'ho chiamato Lurch, come il maggiordomo della famiglia Addams per capirci.

Il Telepass è uno di quei nuovi marchingegni che ti semplificano la vita: serve a passare i caselli autostradali senza fermarsi per prendere il biglietto e pagare (ciò non toglie che prima o poi si paga lo stesso). Il che è comodo: si evitano code con risparmio di tempo ed inquinamento, si evita di far entrare freddo in macchina d'inverno e caldo d'estate. I gestori dell'autostrada hanno meno personale da pagare.
Però a chi è della vecchia guardia, come un po' mi sento io, la vita un po' anche la chiude, separandoci dal mondo esterno cosi che ci manca la parola col casellante. A volte però, perchè ricordo ancora quella sera dell'ultimo dell'anno che nevicava per bene e non sapevo dove stavo andando, così ho chiesto informazioni all'uomo in trincea, il quale probabilmente non gli girava bene per niente e mi ha tirato una rispostaccia che per poco non scendo e...

Adesso non serve neanche più domandare indicazioni, che tanto c'è il navigatore (quello l'ho chiamato Ambrogio): che poi son più le volte che lo dimentico nel cruscotto alto e così torno a chiedere info ai pedoni e, udite udite, riesco a ricordarmi tutti i passaggi! Prenda la prima a destra, al semaforo giri a sinistra, sempre dritta e alla terza rotonda vada a destra e... incredibile ma ci arrivo ancora!

Ma torniamo a noi: e torniamo a Lurch! Lurch è diverso dagli altri Telepass: è un po' zen, diciamo. Vive in costante confusione sul suo presente, figuriamoci sul futuro! Conosce mesi di totale inattività, ma quando viene richiamato in servizio è sempre pronto ed efficace! Strano... devo ancora cambiargli le batterie da anni... un giorno mi farò la fotografia sulla sbarra...
Nei periodi di chiamata alle armi fa proprio per chi, come me, cambia idea sul percorso ogni istante. Magari decido di andare per la strada normale, poi però mi stufo ed entro in autostrada non si sa bene dove, o anche l'inverso! Diciamo che anche se ci chiude nelle nostra scatole di latta ruotate, ci permette però di liberare la fantasia senza programmarla a tavolino!

Una volta è stato meglio di un pugno rotante di Mazinga Z! Stavo imboccando la corsia di uscita a Milano e a due metri dal casello... semaforo di colpo rosso e chiusura secca della sbarra altezza capoccia! Ho tirato un inchiodone pazzesco urlando Luuuuuuuuuuuuuuuuuuuurch e a 10 centimetri dal botto il mio fido maggiordomo ha fatto biip e la sbarra si è alzata! Son emozioni da viaggiatore moderno...

Un altro vantaggio del telepass è che non devi andare in giro con soldi e monetine, che ormai con l'avvento del bancomat se ne hanno sempre meno. Una volta si facevano di quelle figure: o ti mancavano soldi, o ti cascavano per terra mentre cercavi le 50 lire, o non ti ricordavi più dove avevi messo il biglietto all'ingresso o non riuscivi mai a fermare la macchina con il finestrino giusto all'altezza del bottone così ti toccava sempre smontare e ti sentivi osservato da code a destra e a sinistra fino alla terza generazione!

Che dire, alla fine possiamo non adeguarci alla comodità? Vorrà dire che scambieremo due parole con il barista dell'autogrill, sperando che non ci tolgano pure quello! E che il viaggio sia sempre uno dei nostri passatempi migliori!

Bye,
Silvia

p.s.1: magari non lo puoi portare a scuola un tema così, ma... ma anche si! trasgresssssssssione! :-)

p.s.2: e pensare che ci sono giornalisti che ci compano con rubriche simili nei settimanali o nei mensili... ho proprio sbagliato mestiere...


sabato 9 gennaio 2010

destino, casualità, ecc.ecc.

Ciao!

Oggi sono andata in un posto che vende arredo casa per cercare delle cosucce per la nuova tana. Cercavo soprattutto dei cuscini da mettere sulle sedie... cioè, riassumendo la situazione: il nuovo appartamento ha un terrazzino che sta dritto dritto sul mare, acqua a destra e manca in qualsiasi direzioni si guardi dal balcone e sole che alla mattina sorge appunto su quest'acqua e quindi a pieni raggi sulla mia finestra!

Ora, tra la miriade di cuscini accatastati cosa ti trovo? Un bel cuscinetto azzurro con scritta bianca che così recita:

out of the house, and into the sea, when the morning comes we will be free

La vita a volte! Preso. :-)

Bye,
Silvia

mercoledì 6 gennaio 2010

è utile la letteratura italiana?

Ciao!

Ieri sera riportavo a casa due delle mie tose pugili, classe 1993, le quali mi avevano appena illustrato un'agonia amorosa svoltasi a sms... Così ho raccontato loro che avevo sentito dalla tv, proprio in quei giorni, che nel 1990 (anno in cui io avevo la loro età) non esistevano ancora gli sms.
Reazione: occhi sgranati, stupore indefinibile (anche perchè per loro il 1990 è fuori dal calendario...) e domanda immediata "MA COME FACEVATE A COMUNICARE?" :-D
Signur! Ho iniziato ad elencare mezzi quali il telefono fisso, le cabine telefoniche, i bigliettini in classe, gli appuntamenti sulla fiducia ("ci troviamo lì a quell'ora" e se poi uno non arrivava cazzi suoi di quello che c'era) e, dulcis in fundo, la mitica suonata di campanello "Buongiorno signora, c'è Tizio?" perchè una volta c'era quasi sempre una mamma o una nonna in casa!
Le tose sono rimaste in silenzio e io ho capito che potevo pure parlargli di caverne e di clave ed era pressochè la stessa cosa...
:-)

Oggi, invece, il Pugilino deve fare un tema dal titolo "E' utile la letteratura italiana?": effettivamente se io avessi 17 anni e nel 2010 mi dessero un tema così mi smonerebbe parecchio! Però a pensarlo con la mia testa e reduce dal trauma post adolescienziale di ieri sera con le tose, sta cosa mi acchiappa parecchio!

Due righe di numero sui vantaggi ovvii: leggere fa bene, mettendoci un po' di testa si migliora la proprietà di linguaggio, si acquisisce cultura, si mantiene il cervello attivo e bla bla bla. Fin qua ci arrivano tutti.
Ma a me piace pensare alla letteratura (tutta ovviamente, non solo italiana) come ad una radio/televisione universale ed eterna... Noi sappiamo, grazie ai libri e agli scrittori, quello che succedeva anche tremila anni fa, siamo a conoscenza che non esiste solo il nostro piccolo quartiere o comune bensì terre e vite lontane grazie alle testimonianze di scrittori stranieri.

Non ci viene raccontato come in un documentario, ma (come in un film) nel modo più dolce, nel modo che fin da bambini ci ha fatto restare a bocca aperta ad ascoltare le parole di un adulto: con le fiabe, con le storie! Un romanzo ci mette di fronte alla realtà in un clima di favola: quanti film nati da romanzi storici! Quante immagini svanite in due ore, mentre il libro ci imprigiona con la morbide catene della fantasia per ore!

L'unico impegno è tenere in mano il tomo e stare un po' dietro alle parole... ma ne vale la pena! Grazie alla letteratura si sono tramandati fatti, nozioni, storie, sentimenti da sempre! E continuerà ad essere così, malgrado il computer e la moderna tecnologia: che sono utili e saranno sempre migliori, ma sono... come dire... "veloci".
Ecco forse sono più utili della letteratura: si può sopravvivere anche senza i libri e gli scrittori, indubbiamente, ma... non so voi... ma io di sopravvivere me ne frego quando ho la vita a portata di mano!

Vorrei concludere con una mia idea prettamente scolastica: una canzone, una poesia, un racconto, una storia, un libro sono belli perchè trasmettono emozioni. Che poi siano metricamente a posto, lessicalmente corretti e via discorrendo è una gran bella cosa. Ma perchè a scuola bisogna svangare l'anima squartando ogni strofa, ogni rima, ogni capitolo per cercare di trovarvi tutti i traumi interiori dell'autore? Magari a quello gli è venuta di scriverla così quella cosa mentre se ne stava seduto in bagno post lampo di genio e invece poi tutti gli studiosi a farne l'analisi molecolare e la conta delle paturnie! Così tolgono tutta la poesia, smaronano gli studenti e gli fanno passare la voglia di farsi piacere la letteratura! :-D

Bye,
Silvia

martedì 5 gennaio 2010

la mia vita nelle mani di un'altra?

Ciao!

C'è una mia amica che sta passando un brutto periodo: una parentesi della sua vita che la sta facendo faticare, un po' arrancare. Un tratto di sconforto, una traversata di un fuoco. Una bastonata del cuore, ma anche un mattone di esperienza. Come i match di un pugile: botte tante, ma anche si impara! :-)

E oggi in Facebook ha scritto questa cosa:

xchè nessuno vive la vita x me cazzo?sarebbe tutto piu facile se fosse qualcun altro viverla al mio posto?xchè nn sono in grado di vivermela da sola?

Mi ha fatto pensare... ma a dir la verità ho subito sorriso! Vi racconto perchè: immaginatevi la scena...

Intanto chi dovrebbe vivere la mia vita? Posso scegliere io l'attrice? Sicuramente se mi arriva una qualsiasi che dice di potermi vivere, subito la guarderei con sospetto chiedendo "e tu saresti me?".
Ma il gioco è cominciato e così le presto le mie ore, i miei giorni e i miei respiri. Glieli presto perchè sto male, ora, e me ne libero volentieri. Mi sentirei più leggera e nel frattempo guarderei l'altra sobbarcarsi le pene.
Ma quanto ci scommettiamo che starei lì a spiarla per vedere che fa? E sicuramente avrei da ridire, da giudicare, gridarle "ma che fai? perchè invece non fai così, non fai colà?" e "io avrei fatto diversamente!".
E poi? Poi il brutto periodo passa... e passa più in fretta di quello che pensavamo, perchè a vederla da fuori sembra tutto meno pesante, più veloce...eppure le ore hanno la stessa durata per tutti... Tant'è che passano e la nostra sostituta sta meglio! Esce, incontra gente, torna a vivere e... ad amare! Lei ora sta bene e ride, scherza, chiacchiera, bacia e si fa baciare...e noi stiamo a guardare e ci chiediamo se valeva la pena rinunciare al dolore per poi rinunciare anche al nuovo amore e accettare la noia. Che magari non fa male, ma...che noia! :-)

Quindi, cara amica mia, io non ci terrei molto ad avere una controfigura! Pensa se i pugni che hai preso sul ring li avesse incassati la tua controfigura: adesso saresti soddisfatta e orgogliosa o un'anonima figura tra le figure? Un bacione!

Bye,
Silvia
p.s. BUON 2010 A TUTTI!