domenica 5 settembre 2010

ai genitori di tutti i "Tomizawa"

Ciao!

La cosa peggiore per un genitore è veder morire un proprio figlio. Specialmente quando è ormai "grande" e ancora giovane. In questo week end sono morti due ragazzi, uno di 17 anni e uno di quasi 20, di cui un po' tutti abbiamo almeno sentito notizia per telegiornale. Il primo ragazzo durante un lancio con il paracadute (ne aveva già fatti parecchi e avrebbe preso il brevetto entro un mese), il secondo durante la gara di moto 2 nel Gran Premio di San Marino.

Nello sport c'è sempre un fattore di rischio, in alcuni marginale in altri prioritario. Quando si sceglie di praticare uno sport o una disciplina rischiosa, o di intrapprendere avventure temerarie, non c'è sempre modo di spiegare cosa scatta nella testa, ma soprattutto nel cuore. Si sa benissimo cosa ci può succedere, si è ovviamente a conoscenza di non essere invincibili. Però così ci si sente. E' una specie di clic, si nasce con certi slanci di vita, nessuno ce li insegna e nessuno ce li toglie.

Tanti genitori si oppongono a questa indole, alcuni ci riescono altri no. Quando muoiono ragazzi in situazioni come quelle accennate poc'anzi, il mio pensiero va a quei genitori che con grande coraggio, pur non comprendendo, hanno permesso che i loro figli fossero felici, seppur in una vita troppo breve. Non avete sbagliato a lasciarli fare: gli avete donato la vita due volte.

Bye,
Sly

p.s. Ciao Shoya!

Nessun commento: