domenica 14 ottobre 2012

Sincerità, ovvero come scoprire il petto e farsi colpire


Ciao!
Guardo sempre le persone negli occhi quando ci parlo.
Lo faccio d’istinto, lo considero un segno d’attenzione e di sincerità.
Anche per questo odio i telefoni, dove non vedo chi mi ascolta come mi considera e nemmeno io riesco a farmi vedere e capire.
Adoro esprimermi con le parole, ma ancor di più rafforzare il significato con l’espressione del volto. A volte correggere le parole stesse, che non sempre escono come uno vorrebbe.
Non so fingere.

Eppure ci sono delle situazioni in cui abbasso volutamente gli occhi, distolgo lo sguardo dal mio interlocutore. Succede quando lo sdegno che provo per costui o costei, persona meschina o semplicemente ottusa, non mi permette altra soluzione che mangiarmi tutto quel veleno. Non posso sputarlo o non servirebbe. Così abbasso gli occhi per non fargli vedere quanto mi sento brutta a provare certi sentimenti. Che egli stesso m’ispira, ma di cui non si prende paternità alcuna.

Quando non riesco a scambiare lo sguardo non è per vigliaccheria, non è per cedere le armi al più arrogante o maleducato. E’ solo per cercare di non alimentare un tarlo che mi uccide dentro. Per non regalare ai porci le uniche perle che un cuore può far brillare.

Bye,
Sly

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