lunedì 6 aprile 2015

Finché non ci scappa il morto

Ciao!

E' successo che qualche giorno fa un aereo tedesco si è schiantato sui monti tra Spagna e Francia. Centocinquanta morti.
Subito la situazione è apparsa strana, non configurabile con un normale guasto tecnico, né con un attentato terroristico.
Scava di qua, ascolta la scatola nera di là, ravana un po' in internet e che si scopre? Che il copilota era depresso e aveva architettato di suicidarsi, ma coinvolgendo tutti i passeggeri e gli altri membri dell'equipaggio. Siccome aveva percepito e/o intuito che la sua idea poteva non trovare d'accordo gli altri, ha approfittato di una lacuna mostruosa nelle regole di volo e, chiusosi dentro la cabina, ha portato a termine il suo gesto.

Dopo l'attentato alle Torri Gemelle si è deciso che le cabine di pilotaggio dovessero essere chiuse e apribili solo dall'equipaggio all'interno. Quindi, che è successo, che il pilota doveva fare pipì ed è uscito... e quell'altro si è chiuso dentro. 
Ora, non mi ricordo su quale nazione i bagni sono dentro la cabina. In America invece i membri dentro la cabina devono essere almeno due, quindi se uno si assenta deve chiamare un terzo a sostituirlo. Ovvio no?
A quanto pare in Europa no. In Europa, perfino nelle perfettissima ed efficientissima Germania, bisogna aspettare che ci scappi il morto per capirlo. E qui sono morti in centocinquanta per non aver pensato a una cosa così ovvia, ma così ovvia...

Volevo solo dire che, certo, questo è un caso... certo può capitare... il problema è che la maggior parte delle cose funziona così, specialmente nel modo del lavoro! E che spesso per fortuna sfacciata non succeda niente non è una regola di sicurezza!

Ah, a proposito... non c'entra col suicida, ma visto che ci siamo: Expo a Milano... sappiate che tra tangenti e bustarelle sono rimasti talmente indietro con i lavori, che non c'è tempo di fare i collaudi delle strutture! Abbiamo mezzo mondo in casa e rischiamo di seppellirlo. Che bella figura!

Bye,
Sly

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